Virgilio Villani: actor, singer, productor of La Gatta Cenerentola of Roberto De Simone, the most important neapolitan and italian musical, fondatore di Media Aetas Teatro e Media Aetas Musica, attore, cantante, produttore de La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, la più importante opera di teatro musicale napoletano e italiano del novecento
VIRGILIO VILLANI E MEDIA AETAS:
memorie di un viaggio dalla percezione dell’ individualità ritmica alla consapevolezza della sonorità collettiva
I PRIMI PASSI
Virgilio Villani nasce a Napoli il 4 agosto del 1949.
Viene introdotto nel mondo dello spettacolo nel 1968 dall’amico-maestro Vittorio Marra,
che sarà anche il regista dei suoi primi spettacoli e che gli trasmette la passione per il teatro.
Nel ’69 lavora per il Piccolo Teatro di Salerno, diretto da Mario Maisse e con l’Ente Teatro Sud, direttore Mario Chiocchio.
Supera una dura selezione, a cura di una commissione che contempla, fra le altre, personalità quali Blasetti e Sandro Bolchi,
per essere ammesso come attore in RAI.
I provini e le selezioni rappresentano la regola.
La televisione generalista, le formule di reality, negazione e profanazione della professionalità e delle competenze,
non si sono ancora affacciate nell’universo della comunicazione.
Prende parte a vari sceneggiati con la regia di Blasetti, Cortese, Baldazzi .
Quest’ultimo è il regista del fortunato programma, prodotto a Napoli per la TV dei ragazzi “ Il gioco delle cose”, che va in onda tutti i giorni,
nel quale V.V. riveste i panni (non solo metaforici) di un famelico quanto simpatico coccodrillo,
che ha grandissimo successo fra i ragazzi, divenendone un vero beniamino; il programma, epocalmente emblematico per espressa qualità,
si avvale dei testi di Marcello Argilli, già collaboratore di G. Rodari e autore, egli stesso, di libri per bambini e delle musiche di Roberto De Simone.
L’INCONTRO CON DE SIMONE
E’ così che si realizza l’incontro con la personalità culturale ed artistica più significativa del suo percorso professionale e dell’intera esistenza.
Attraverso la conoscenza di De Simone, Virgilio Villani,
come buona parte dei napoletani entrati in contatto con il maestro attraverso i suoi lavori e soprattutto la “Nuova Compagnia di Canto Popolare”,
prende coscienza e si riappropria della sua identità culturale che, lungi dall’essere connotata dagli stereotipi di una napoletanità piccolo borghese,
appare come rappresentativa di un universo magico-religioso, fusione di tradizione orale e di stili musicali colti e popolari propri del Mezzogiorno d’Italia,
del quale Napoli interpreta l’allegoria più misteriosa.
Grazie al forte movimento etno-musicologico che si pone quale soggetto conoscitivo-interpretativo della Tradizione Popolare,
la stessa appare come colonna che resiste,
(nonostante la presenza di segnali che preludono a quella mutazione antropologica che Pasolini già denunciava con sofferta lucidità)
all’aggressione invasiva della globalizzazione e della comunicazione mediatica,
già in atto come un piccolo ruscello destinato, presto, a divenire un fiume in piena.
Fra questi ricercatori, De Simone, grazie al suo background accademico e ad un rispettoso approccio storiografico e culturale,
è la personalità che riesce, più degli altri, a trasfigurare artisticamente la Tradizione,
facendo confluire gli esiti delle ricerche in documentazioni e in lavori concepiti secondo una visione teatrale-musicale assolutamente originale.
V.V. , totalmente ammaliato dalla sirena-De Simone, sposa in pieno la concezione artistica del Maestro e ne condivide le premesse.
Affidandosi all’ estro creativo del maestro, si autopromuove quale strumento di sperimentazione e di ricerca teatrale,
contribuisce ad allargarne gli orizzonti incoraggiando ed alimentando le metodologie ed i contenuti fra gli attori-cantanti reclutati,
che si predispongono entusiasticamente a condividere l’avventura desimoniana,
coscienti anche di non costituire materia per la fruizione di onnivori, indistinti ed arroganti mass media.
Ne diverrà successivamente il più stretto collaboratore.
Nel ‘74 V.V. è uno dei protagonisti dello storico spettacolo teatrale “Masaniello”, di Elvio Porta , con la regia di A. Pugliese e le musiche di R. De Simone
e nello stesso anno recita nello spettacolo “Napoli chi resta e chi parte” di R. Viviani e la regia di G. Patroni Griffi, nell’ambito del Festival di Spoleto.
Partecipa al primo spettacolo ( dopo la parentesi di un particolare allestimento de “La Canzone di Zeza “ al Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1972)
che De Simone allestisce e che debutta, in linea con la tradizione popolare del Natale, al S. Ferdinando, lo storico teatro di E. De Filippo: “La Cantata dei pastori”.
Quindi nel ’76 prende parte al “La gatta cenerentola” che consacra De Simone quale uno degli autori e registi contemporanei più interessanti
e la sua compagnia teatrale come un vero miracolo di originale professionalità e creatività.
Nell’ambito di questo spettacolo V.V. è il personaggio indicato come “La voce del rosario”.
La performance è il frutto della stilizzazione di una propria ricerca sul campo effettuata nel contesto metropolitano,
tesa ad esplorare quel mondo trasgressivo, pur se perfettamente integrato nel tessuto socio-culturale della città proletaria e subproletaria,
dei cosiddetti “femminielli”, figure che, in chiave antropologica, De Simone riconduce a archetipi di natura ermafrodita di quell’universo magico-rituale,
per lui vera e propria sorgente di creatività e che, poeticamente,
trasfigura facendole assurgere ad ambigua metafora della castrazione che, oggi più che mai, vive l’artista.
Dal ’76 in poi prende parte a molti spettacoli, nei quali De Simone è l’autore-regista-musicista o l’autore delle musiche,
nel contesto di opere teatrali che frequentemente contemplano la presenza di Mico Galdieri nel doppio ruolo di regista e produttore:
‘O juorno ‘e San Michele, Notà Pettolone, La buffa historia di Capitan Fracassa, Il bazzariota, La gnoccolara, Le novantanove disgrazie di Pulcinella ,
Suoni e Canti del Nanianà, Io ti canto in discanto, Il Drago- Cantata in morte di un ammazzadraghi, Il canto de li Cunti, Festa di Piedigrotta,
L’Ammalato per apprensione, L’Opera Buffa del Giovedì Santo, Dedicato a Maria, Agamennone, La Cantata dei Pastori nell’edizione televisiva,
di cui produce l’omonimo disco e De Pretore Vincenzo ( ediz. televisiva), con la regia di Eduardo De Filippo.
MEDIA AETAS MUSICA E LE SUE PRODUZIONI
Nel 1980 fonda l’Associazione Media Aetas Musica, con la quale intende promuovere la diffusione dei materiali del maestro De Simone,
attraverso l’esecuzione ad opera dell’omonimo complesso vocale- strumentale, composto,
oltre che dallo stesso Villani, che ne assume la carica di Responsabile Artistico,
da Giuseppe De Vittorio, Gianni Lamagna e Antonella Morea, alcuni fra gli attori - cantanti più stimati dallo stesso De Simone.
Leonard Bernstein, che ascolta il concerto a Gerusalemme, lo definisce “un’opera d’arte, popolata da angeli”.
A Francoforte viene realizzato il primo disco “Musik aus Kampanien”, prodotto dal Teather Am Turm.
Rigorosamente e imprescindilmente legato alla personalità di De Simone,
il complesso partecipa a Festival ed eventi internazionali e nazionali di grande prestigio,
spesso con un organico molto allargato:
Festival Spring di Gerusalemme, Festival di Berlino, di Colonia, Cervantino in Messico, in Spagna, Algeria, Irak, Argentina, Unione Sovietica, Albania, Uruguay, Brasile, Francia, Svizzera, Stati Uniti, Festa di Corte a Mantova, Festa in Piazza del Plebiscito a Napoli, 376° Festino di S. Rosalia a Palermo.
V.V. prende parte anche alle opere liriche, realizzate da De Simone in linea con gli stilemi di contaminazione fra il mondo colto e quello popolare, sua peculiarità,: La serva padrona, Li zite ‘ngalera, Le cantatrici villane, Il convitato di pietra, La Piedigrotta di Ricci, Adriano in Siria ( nell’intermezzo giocoso Livietta e Tracollo), Pulcinella, Ode a Napoleone, Concerto dell’albatro per violino, violoncello, pianoforte e voce recitante. di F. Ghedini.
Con l’associazione Media Aetas Musica, avvalendosi frequentemente di validi collaboratori esterni allo storico ensemble, ma ugualmente vicini a De Simone, fra i quali Antonello Paliotti, produce concerti e spettacoli, che rappresentano dei veri e propri eventi per la città, soprattutto nella misura in cui le conferiscono dignità e consapevolezza culturale: Requiem in memoria di P.P.Pasolini, Carmina Vivianea, Cantata per Masaniello, Mistero e Processo di Giovanna d’Arco, L’Idolo cinese, Histoire du Soldat, Pulcinella di Stravinskij, La serva padrona , Le tarantelle del rimorso.
Nel ’77 produce, a titolo personale, Io narciso io, testi e musiche di De Simone,
una vera e propria antologia poetica, nel quale il Maestro si cimenta come cantante.
Ugualmente è il produttore esecutivo della raccolta di canti e racconti popolari:
La Tradizione in Campania, culmine della ricerca sul campo di De Simone per quanto attiene la tradizione orale
in rapporto alla religiosità popolare ed ai suoi rituali.
MEDIA AETAS TEATRO E LE SUE PRODUZIONI
Nel 1994 fonda Media Aetas Teatro, con lo scopo, da un lato,
di consentire al Maestro di non cessare la sua produzione teatrale e musicale nelle modalità a lui congeniali e cioè autonome e libere da compromessi,
e dall’altro di formare, come lo stesso De Simone chiarisce nella prefazione dell’Opera dei Centosedici,
“ una compagnia – la compagnia di De Simone - quale derivazione di un gruppo omogeneo e ben selezionato,
stilisticamente compatto, uno dei pochi gruppi italiani riconducibile a quella tradizione capocomicale
per la quale gli attori facevano parte di una comunità teatrale e rappresentavano una collettività,
capace di comunicare in quelle piccole comunità provvisorie che si radunano in un luogo per trasmettere l’anima più antica della comunicazione teatrale,
nel senso anche religioso e rituale e per fruire ancora e insieme di un vero momento collettivo, anche oltre la lingua parlata”.
Insieme a tutta la Compagnia, nel 1994 promuove l’occupazione del Teatro Mercadante,
struttura di proprietà comunale che fino a quel momento non era stata destinata ad alcuna programmazione culturale- teatrale.
Attraverso questa mobilitazione, con la quale intende, implicitamente, riaffermare il ruolo civile dell’attore e del teatro,
raggiunge il duplice scopo di focalizzare l’attenzione sia sulle condizioni della compagnia, senza fissa dimora, sia su quelle del Teatro.
La seconda finalità, di lì a poco, verrà realizzata ed il teatro sarà affidato alla compagine organizzativa attualmente in carica.
Le condizioni difficili della Compagnia, invece, non mutano.
Nonostante la mancata registrazione di modifiche significative ad opera delle istituzioni, la Compagnia continua a vivere e a produrre:
L’Opera dei Centosedici, la terza edizione del La gatta cenerentola (registrata anche in versione video),
L’Opera Buffa del Giovedì Santo (II^ edizione), Alla guainella, Requiem in memoria di P.P.Pasolini (III^ ediz.), c
he viene presentata a Monaco di Baviera.
In collaborazione con Il Teatro dell’Orologio di Roma (collaborazione che viene promossa da Gianni De Feo, fiore all’occhiello della programmazione del teatro romano, già apprezzato attore di De Simone e che si sviluppa e si consolida negli anni, per effetto dei reciproci sentimenti di affettuosa stima) è il produttore , attraverso Media Aetas Teatro degli spettacoli: De vanitate, Parlez Moi d’Amour, Il bue è sul tetto, La Caduta degli Dei, Modigliani nudo ad occhi chiusi.
Con la regia di Giuseppe Sollazzo, anche assistente e collaboratore di De Simone, produce: Senza Trombe né tamburi, spettacolo nato e realizzato grazie all’interazione con i pazienti dell’ Ospedale Psichiatrico L. Bianchi ( pazzi ed artisti sotto un tetto ed in un contesto comune, nel quale gli artisti non sono necessariamente e provocatoriamente identificabili con i professionisti del mondo dello spettacolo e viceversa i pazzi con i pazienti), 1938, Ifigenia in Aulide.
V.V., in accordo con le maestranze del Bianchi, spazio che, grazie alla disponibilità del suo Direttore Fausto Rossano e di tutto l’organico dell’ospedale, ospita le prove di vari spettacoli, collabora alla promozione ed al successo della manifestazione “Bianchi - Porte aperte”, primo momento di quel difficile processo teso a superare il concetto di segregazione della malattia mentale e primo tentativo di creare quell’osmosi continua fra “le voci di dentro” e “le voci di fuori”.
Condizione fondamentale per sciogliere definitivamente il complesso nodo del manicomio,
non solo in quanto struttura da dismettere ma soprattutto in quanto schema mentale e cultura diffusa da superare.
Nel 2000 coopera, con Renè Pandis, alla realizzazione del documentario creativo “ALL IS FAKE” , il primo ed unico compendio narrativo della multiforme attività artistica di De Simone e del suo ininterrotto rapporto creativo con la Tradizione Popolare.
Colpito da un ictus il giovedì santo del 2003, muore il 22 agosto dello stesso anno.
POST MORTEM
Pubblicato postumo, grazie anche alle sinergie interattive degli amici carissimi, quanto competenti e creativi, Max Minniti, Alain Aubin e Renè Pandis,
Li turchi viaggiano, un progetto discografico, al quale V.V. aveva dedicato anni d’intenso lavoro e lunga preparazione,
assume il sapore di un’ amara metafora dell’intero cammino di una vita.
Con la scomparsa di Virgilio Villani, l’insanabile frattura della simbiosi lirica e creativa che li legava
fa maturare in De Simone la consapevolezza di aver perso un insostituibile interlocutore e lo induce a lasciare definitivamente Media Aetas Teatro.
Presta la sua amorevole e preziosissima collaborazione nel 2004 alla realizzazione della suite, dedicata a Virgilio Villani, Specula & Gemini,
scritta insieme a Bruno Tommaso, interpretazione moderna del mito classico di Orfeo,
in cui il protagonista assurge a metafora dell’artista perennemente alla ricerca della sua anima - Euridice.
Questo progetto discografico è portato a termine grazie alla caparbia volontà ed all’impegno costruttivo
dei figli Pierluigi e Francesco, presenti anche come musicisti.
Gli stessi si stanno occupando attualmente della pubblicazione del disco Bello cantare, testi e musiche di De Simone e brani tradizionali,
registrato nel 1986 con Annagrazia Spagnuolo, Gianni Lamagna e Pino De Vittorio e si stanno attivando per la ristampa di varie opere discografiche,
alle quali Virgilio Villani ha preso parte individualmente o con l’ensemble storico Media Aetas:
Musik aus Kampanien, Quant’è bello lu murire acciso, Fontamara.
Tali attività si inseriscono in una più composita operazione
tesa a scongiurare la dispersione di materiali documentativi e testimoniali del progetto artistico che ha permeato l’intera esistenza di Virgilio Villani.
La sua personale tensione a tale progetto, ostinata quanto rigorosa per coerenza e fedeltà alle premesse ed alle finalità,
ha informato tutto il cammino di Media Aetas, che già a partire dal nome - appunto età di mezzo – egli considerava come il luogo e il tempo culturale
che caratterizza un passaggio, identificandone il ponte linguistico e creativo fra passato e futuro,
senza soluzione di continuità, nel genio artistico di Roberto De Simone.